Le situazioni che percepiamo, o meglio valutiamo, come negative sono sempre e solo da combattere, ignorare, evitare? O c’è dell’altro, magari prezioso per noi?

Ad esempio, tutti consideriamo come un grosso problema il momento in cui ci sentiamo frustrati. Si tratta di un’emozione dalle forti risonanze di difficile gestione. Ma perché ci sentiamo frustrati? Che cos’è la frustrazione?

Proviamo ad avere un approccio osservativo, senza paura.  Il perchè è importante almeno quanto il come e il quando. Dobbiamo soltanto liberarcene? Possiamo gestirla? Possiamo addirittura esplorarla ed accoglierla, come una lettera da aprire?

La frustrazione è la delusione per il mancato appagamento di un’aspettativa. E’ il sentimento di chi ritiene che il proprio agire sia stato o sia vano.

Vi siete mai sentiti in ansia in situazioni organizzative in cui in apparenza non vi sono elementi stressogeni né cause scatenanti? L’ansia ci sta avvisando che siamo vulnerabili alla frustrazione. Perché? Non è detto che lo scopriamo con facilità, nè tantomeno che siamo disposti a vedere ed accettare di vedere ciò che non quadra. Questa è una potenziale trappola che dovrebbe farci suonare un campanello di allarme.

Invece di gettare via la lettera, proviamo ad aprirla? Siamo disposti a guardarci dentro, a soffermarci sulla negatività? Non spaventiamoci, probabilmente non è così oscura e terrificante come temiamo. E sicuramente qualcosa da dirci ce l’ha.

C’è un corso specifico nel mio Catalogo Personale che affronta tale argomento, l’uso potenziale delle situazioni negative. Scrivimi se può interessarti.